Le Associazioni dei consumatori in piazza per protestare contro il caro vita

Grande sostegno dei cittadini alle proposte delle Associazioni dei Consumatori, scese in piazza con la protesta delle pentole vuote, per chiedere al Governo misure concrete per combattere il caro-vita.

Si è tenuta il 10 Giugno a Palermo in Via Cavour e nelle principali città d’Italia, davanti alle prefetture, la manifestazione contro il caro-vita, chiamata “delle Pentole vuote” per simboleggiare la difficoltà dei cittadini a soddisfare bisogni essenziali, come portare in tavola quotidianamente pranzo e cena.

Migliaia di cittadini si sono uniti alla protesta, stanchi di una situazione divenuta insostenibile, ma soprattutto arrabbiati per le inaccettabili speculazioni in atto in molti settori.

 

Protesta delle pentole vuote, le richieste delle Associazioni

Dalla riduzione del peso degli oneri di sistema che gravano sulle bollette all’eliminazione dell’applicazione dell’IVA sulle accise sui carburanti, dalla revisione del sistema tariffario all’istituzione di un Fondo di contrasto della povertà energetica, dal controllo sui prezzi alla lotta contro i fenomeni speculativi: queste sono solo alcune delle proposte avanzate dalle principali Associazioni dei Consumatori, unite per la prima volta nel chiedere al Governo misure efficaci per sostenere le famiglie, specialmente i nuclei più fragili e in difficoltà.

“È singolare che il Prefetto di Roma non si sia reso disponibile ad ascoltare le nostre proposte, mostrando una forte insensibilità verso i cittadini e le famiglie che stanno affrontando questa difficile situazione e hanno bisogno di misure concrete e lungimiranti di sostegno, che finora sono state insufficienti o sono mancate”, dichiarano le Associazioni.

Più di un quarto delle famiglie, infatti, che fanno i conti con salari spesso inadeguati e trattamenti pensionistici troppo bassi, stanno riducendo, fino a privarsene, consumi fondamentali come quelli alimentari, sanitari e relativi alla cura della persona. Intanto nel Paese crescono disuguaglianze, povertà energetica e povertà alimentare – affermano – Questo andamento non incide unicamente sulle condizioni di vita delle famiglie, ma anche sull’intero sistema economico, che si troverà a fare i conti con un progressivo calo della domanda interna”.

 

Rai Tre, intervista al presidente Luigi Ciotta di Adoc Sicilia

 

“Il carovita – affermano le Associazioni dei Consumatori – costa oggi in media 2.753 euro all’anno ad ogni singola famiglia italiana, e l’incremento dei prezzi al dettaglio sta avendo conseguenze devastanti per la nostra economia, al punto che i consumi alimentari, secondo gli ultimi dati Istat, nei primi 4 mesi dell’anno sono crollati del -2,7%”.

“Di fronte a questa situazione il Governo è chiamato a dare risposte ai cittadini – proseguono le associazioni – non soltanto con misure temporanee e di carattere emergenziale, pur importanti, ma di più ampio respiro riformatore per arginare e affrontare una crisi che si prospetta di lunga durata, creatasi dopo la fase acuta della pandemia e ora aggravata dalle ripercussioni della guerra in Ucraina”.

Le associazioni dei consumatori chiedono, quindi, l’apertura di un confronto sulla loro piattaforma di proposte e rivendicano di essere consultate sulle decisioni di impatto diretto sulla qualità della vita dei cittadini e nelle scelte politiche che riguardano le prospettive future.

Le conseguenze del caro-vita sui cittadini

“Nei prossimi mesi rischia di scatenarsi la tempesta perfetta sulle famiglie e le piccole imprese italiane – affermano ancora – Arriveranno le cartelle esattoriali, che sono state bloccate per i tre anni di pandemia, e le famiglie, oltre a dover affrontare i problemi dei rincari dell’energia, dei carburanti, dei generi alimentari dipendenti dalle importazioni internazionali, avranno anche migliaia, qualche volta decine di migliaia di euro, da pagare. L’autunno rischia di essere molto molto pesante. Chiediamo al governo un’ulteriore moratoria delle cartelle esattoriali, la massima rateazione e l’eliminazione di tutti i balzelli di notifiche, interessi, che spesso fanno raddoppiare il tributo dovuto”.

Le associazioni, infine,  richiamano l’attenzione sulla questione delle speculazioni. “La pandemia e la guerra in Ucraina hanno di sicuro rotto qualcosa nel mercato globale e nelle catene dei rifornimenti spiegano, ma è chiaro che c’è ben altro dietro aumenti dei prezzi di questa portata. Qualcuno sta speculando su beni di prima necessità come il grano e la farina. Non si spiegherebbe in altro modo per quale motivo il prezzo della farina già prodotta macinando il grano ucraino raccolto l’anno scorso, ben prima dell’inizio della guerra, sia oggi schizzato alle stelle”.

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