Disagi diffusi nell’ambito della mobilità regionale – Richiesta di
convocazione Tavolo Tecnico di confronto
Il 15 febbraio scorso si è tenuta presso la Regione siciliana una conferenza stampa per annunciare ai siciliani una novità nel mondo dei trasporti: l’attivazione di nuove tratte aeree fra la Sicilia ed il continente da parte della compagnia Aeroitalia.
Per questo motivo, quella del 15 febbraio 2023 è stata, a detta dello stesso presidente della regione, Renato Schifani, “una bella giornata per tutti i siciliani”. Sembrerebbe infatti che la presenza di un nuovo operatore privato garantisca, di per sé, la fine della schiavitù dell’Isola dalle tariffe stratosferiche applicate ai voli Sicilia-Continente e viceversa.
Dubitiamo di ciò, conoscendo le leggi del mercato, che inesorabilmente coinvolgono tutti gli operatori, nuovi arrivati compresi. Lo provano, se non altro, le stesse tariffe applicate dal nuovo vettore che, come già preannunciato, arriveranno a 150 € per un Bergamo-Catania: non proprio un buon affare per i nostri lavoratori, studenti e turisti.
Tariffe che, non potendo essere vincolate da un qualsivoglia accordo con l’Ente pubblico (lo vietano le normative europee) non possono far altro che adeguarsi alle
esigenze dei bilanci aziendali, crescendo ulteriormente.
Non comprendiamo perché non possa realizzarsi quella “continuità territoriale” intesa come capacità di garantire un servizio di trasporto che non penalizzi cittadini residenti in territori meno favoriti.
Il trasporto, infatti, se da un lato, si configura come attività di tipo economico, dall’altro si pone come elemento essenziale del “diritto alla mobilità” previsto all’articolo 16 della Costituzione, quindi, tale da dover essere garantito a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro dislocazione geografica.
Se consideriamo, infatti, che non esiste una modalità di trasporto alternativa all’aereo, viste le condizioni penose dei collegamenti ferroviari tra Sicilia e Continente, temiamo che la bella giornata debba ancora arrivare, per i siciliani.
Probabilmente sarà quella in cui questi ultimi collegamenti saranno resi appetibili, magari riducendo drasticamente le attuali 22 ore che occorrono per recarsi da Palermo a Milano: su questo fronte, ci sfugge una qualsivoglia iniziativa della Regione siciliana, anche sotto forma di intercessione presso il Ministero delle Infrastrutture, competente per i collegamenti ferroviari di livello nazionale.
Ma è proprio nell’ambito della competenza regionale, laddove il governo potrebbe agire prontamente, che si determinano giornate tempestose per i siciliani.
Come è successo all’inizio dell’anno, quando a tutti i collegamenti regionali, vincolati al contratto di servizio Regione-Trenitalia, è stato applicato un aumento tariffario del 10% non previsto contrattualmente. Al tal proposito, i sottoscritti hanno già chiesto, nei mesi scorsi, un intervento della Regione per l’annullamento di questo esborso aggiuntivo e illegittimo, a carico di pendolari e viaggiatori, non ricevendo null’altro che un assordante silenzio.
A ciò si aggiungano, senza l’adeguata e tempestiva informazione come recita il punto 7 dell’art.10 del Contratto di servizio: “In ogni caso di modifica programmata del servizio, permanente o temporanea, deve essere assicurata tempestiva e puntuale informazione ai viaggiatori”, le chiusure di linee fondamentali della rete ferroviaria regionale (da 90, 180 e fino a 270 giorni per la Palermo-Catania e per la Siracusa-Canicattì), con incrementi inaccettabili dei tempi di percorrenza e la scomodità di fare trasbordi treno-bus-treno.
Per affrontare finalmente i problemi sopra citati che stanno già pesando su tutti i cittadini siciliani, i sottoscritti chiedono la convocazione “urgente” del Tavolo Tecnico di confronto con le Associazioni dei Consumatori e dei Viaggiatori, previsto dall’art. 18, comma 2, del Cds 2017/2026.