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No alla povertà sanitaria. La Salute non è un privilegio ma un bisogno primario

Al via la campagna nazionale di Adoc con l’obiettivo di informare e sensibilizzare i cittadini sui loro diritti in materia di salute e di rendere questo diritto esigibile. La campagna, che ha come madrina la straordinaria attrice Rosanna Banfi, vuole dare voce a chi subisce le disuguaglianze e le ingiustizie di un sistema sanitario che non funziona come dovrebbe.

La presentazione della campagna si è svolta il 7 Maggio 2024 a Roma, presso la sede nazionale della UIL, alla presenza di Santo Biondo Segretario confederale Uil, Chiara Braga Presidente del Gruppo PD alla Camera, Annamaria Furlan Senatrice PD, X Commissione Affari sociali, sanità, lavoro, Rita Longobardi Segretaria generale Uil Fpl, Pasquale Lucia Segretario Uil Pensionati, Fabio Piacenti Presidente Eures, Francesco Rocca Presidente Regione Lazio e Anna Rea Presidente Adoc nazionale. Il dibattito è stato moderato da Vittoriana Abate, Giornalista di Rai1.

Nel corso dei lavori Silvio Garattini, Fondatore e Presidente IRCSS Mario Negri, nonché tra i 14 firmatari dell’appello per la sanità, ha inviato un video messaggio per rimarcare l’importanza della prevenzione.

Durante la presentazione della campagna è stata illustrata la ricerca, curata da Adoc ed Eures, sulle risorse economiche destinate al Sistema Sanitario Nazionale, sulle liste d’attesa, sulla mobilità regionale e sulla carenza dei posti letto nel nostro Paese.

Le proposte dell’ADOC

Garantire l’accesso universale ai servizi sanitari e assicurare risposte e cure tempestive alle esigenze dei cittadini rappresenta per l’Adoc una battaglia di civiltà. È per questo che abbiamo deciso di lanciare una campagna nazionale “No alla povertà sanitaria. La salute non è un privilegio ma un bisogno primario.

Serve un piano straordinario per la sanità pubblica. L’Italia è il Paese che investe meno rispetto agli altri Paesi europei. Non sono più rinviabili investimenti nel comparto a partire dall’assunzione del personale, a condizioni lavorative dignitose e con garanzie retributive adeguate, al rilancio dell’edilizia ospedaliera per ovviare alla mancanza di posti letto e all’adeguamento degli ospedali più vetusti.

Velocizzare il processo della medicina territoriale: a tre anni dal covid siamo ancora in alto mare, bisogna arrivare in tutti i luoghi, nelle periferie e nei territori più lontani, bisogna raggiungere chi non può permettersi di spostarsi o “emigrare” per le cure. Servono ospedali e case di comunità, luoghi fisici ai quali i cittadini possono accedere per bisogni di assistenza sanitaria e socio-sanitaria e non intasare pronto soccorso e ospedali, progetti questi previsti e in molti casi rimasti sulla carta.

A fronte dell’evoluzione delle malattie rare e degenerative, dell’importanza del benessere psico-motorio, soprattutto tra i minori e anche a causa dei cambiamenti climatici, è basilare rimettere al centro il tema della prevenzione attraverso la formazione. Un investimento necessario per ridurre le spese sanitarie di domani e per un sistema sanitario più sostenibile. Tra le proposte chiediamo di istituire un’ora di educazione sanitaria nelle scuole, di ogni ordine e grado.

Proponiamo, infine, la costituzione un Osservatorio sulla povertà sanitaria, un luogo anche di monitoraggio che raccolga e renda trasparenti tutti i dati relativi alla sanità, formato da Ministeri, Regioni, Associazioni degli operatori sanitari e Associazioni dei Consumatori. Solo attraverso un approccio collaborativo, responsabile e trasparente sarà possibile affrontare le sfide attuali e garantire risposte tempestive alle esigenze delle persone.