Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

NO ALLA POVERTÀ SANITARIA. LA SALUTE NON È UN PRIVILEGIO MA UN BISOGNO PRIMARIO

Lo stato di salute della sanità in Italia è gravissimo e rischia di andare in coma. Non possiamo più ignorare il fatto che sempre più persone, soprattutto le più vulnerabili, stanno rinunciando alle cure a causa della diminuzione della spesa sanitaria e dell’inasprimento delle proprie condizioni economiche. Milioni di persone si trovano costrette a scegliere tra la propria salute e altre necessità basilari, come un’alimentazione sana e l’istruzione dei propri figli. Tutti i cittadini hanno un eguale diritto alla salute, ma nel nostro Paese non è più così: solo chi ha soldi si cura e ciò determina disuguaglianze economiche e sociali insanabili.

Serve una rivoluzione culturale per comprendere che la sanità non rappresenta solo un costo, ma un diritto primario che deve essere garantito a tutti, così come previsto dalla nostra Costituzione.
Garantire l’accesso universale ai servizi sanitari e assicurare risposte e cure tempestive alle esigenze dei cittadini rappresenta per l’Adoc una battaglia di civiltà. È per questo che abbiamo deciso di lanciare una campagna nazionale “No alla povertà sanitaria. La salute non è un privilegio ma un bisogno primario”, una campagna di sensibilizzazione e informazione in ogni Regione d’Italia per rendere esigibile questo diritto e pretendere dalle Istituzioni il rispetto della salute di tutti i cittadini, recuperando ritardi e limiti di un sistema che penalizza i pazienti, il personale sanitario e tutto il Paese. Madrina della campagna è l’attrice Rosanna Banfi.

Per affrontare questa sfida, sono necessari maggiore impegno e trasparenza da parte delle Istituzioni e un ruolo protagonista delle cittadine e dei cittadini.
Serve un piano straordinario per la sanità pubblica. L’Italia è il Paese che investe meno rispetto agli altri Paesi europei. Non sono più rinviabili investimenti nel comparto a partire dall’assunzione del personale, a condizioni lavorative dignitose e con garanzie retributive adeguate, al rilancio dell’edilizia ospedaliera per ovviare alla mancanza di posti letto e all’adeguamento degli ospedali più vetusti. Infine, occorre abbattere le infine liste d’attesa che di fatto stanno facendo aumentare gli squilibri territoriali, generazionali e di genere e che rischiano di amplificarsi ancora di più con la proposta di legge sull’autonomia differenziata.

È urgente velocizzare il processo della medicina territoriale: a tre anni dal Covid siamo ancora in alto mare, bisogna arrivare in tutti i luoghi, nelle periferie e nei territori più lontani, bisogna raggiungere chi non può permettersi di spostarsi o “emigrare” per le cure. I medici da soli non possono affrontare le nuove sfide della medicina moderna. Servono ospedali e case di comunità, luoghi fisici ai quali i cittadini possono accedere per bisogni di assistenza sanitaria e socio-sanitaria e non intasare pronto soccorso e ospedali, progetti questi previsti e in molti casi rimasti sulla carta.

A fronte dell’evoluzione delle malattie rare e degenerative, dell’importanza del benessere psico-motorio, soprattutto tra i minori e anche a causa dei cambiamenti climatici, è basilare rimettere al centro il tema della prevenzione attraverso la formazione. Un investimento necessario per ridurre le spese sanitarie di domani e per un sistema sanitario più sostenibile. Tra le proposte chiediamo di istituire un’ora di educazione sanitaria nelle scuole, di ogni ordine e grado.

Proponiamo, infine, la costituzione un Osservatorio sulla povertà sanitaria, un luogo anche di monitoraggio che raccolga e renda trasparenti tutti i dati relativi alla sanità, formato da Ministeri, Regioni, Associazioni degli operatori sanitari e Associazioni dei Consumatori. Solo attraverso un approccio collaborativo, responsabile e trasparente sarà possibile affrontare le sfide attuali e garantire risposte tempestive alle esigenze delle persone.

Dichiarazione di Anna Rea, Presidente ADOC Nazionale

Sintesi del Report sulla povertà sanitaria